Goloso e Curioso
San Claudio, sapori schietti delle Marche sotto le volte dell'Abbazia

San Claudio, sapori schietti delle Marche sotto le volte dell'Abbazia

Ci sono luoghi, e anche ristoranti o osterie, a cui ciascuno di noi si affeziona. Quelli che Luigi Veronelli amava definire "i luoghi del cuore". Luoghi e locali capaci di regalare conferme ad ogni visita, rinnovando quel sentimento di affezione che si nutre da tanti anni, O da sempre. Il ristorante San Claudio di San Claudio di Corridonia, località alle porte di Macerata e prossima al distretto degli outlet famosi (Hogan-Tod's, Paciotti, Santoni su tutti) è uno di questi. Il luogo è di una suggestione unica, in quanto sorge in una parte dell'abbazia omonima (oggi trasformata anche in un accogliente albergo) e accanto alla chiesa fortezza del mille dall'architettura particolarissima. Alla preziosità del luogo contribuiscono un lungo filare di cipressi, che non fa rimpiangere per bellezza e maestosità quello più famoso di Bolgheri, e la placidità dell'orizzonte della campagna, con sullo sfondo le dolci colline che circondano la valle del Chienti.
Il ristorante San Claudio è bello e suggestivo, in quanto è stato allestito sotto le antiche volte in mattoncini dell'abbazia, fra mura che trasudano di storia, che raccontano... Il San Claudio è bello ma anche buono. In quanto presenta una cucina tipica marchigiana schietta... e dai prezzi decisamente accessibili. Proponendo anche ricette del territorio, come la tradizionale galantina preparata con carni di gallina, da tagliare a fette.
L'altro valore aggiunto di questo locale fuori dal tempo è costituito dalla famiglia che lo gestisce. Ad accogliere il cliente è sempre Andrea Angeletti, il genero di Mario Serafini, il proprietario (figlio di quel Giovanni che nel 1935 piantò i cipressi del viale). In cucina ci sono Pierina, che è la moglie di Mario, Margherita, ovvero la moglie di Andrea e la cognata Silvia. Andrea è innamorato della cultura materiale del suo territorio e sa trasmetterne i valori. Con umiltà, educazione e tanta preparazione. Accogliere con un sorriso i clienti gli viene naturale, si vede che fa volentieri il suo lavoro. Incarna la figura dell'oste di un tempo.
Un pranzo tipo al San Claudio prevede una selezione di antipasti della zona, dai salumi come il tipico ciascuolo (salame da spalmare dei Sibillini) o il prosciutto crudo di Carpegna, ai formaggi (soprattutto i pecorini della zona), alle olive ascolane, alle verdurine fritte. Più la tradizionale galantina. Fra i primi le crespelle, la pasta fatta in casa come le tagliatelle (da condire al cinghiale, all'anatra o al più semplice ragù) o le lasagne al forno. E poi ancora cinghiale e tanta buona carne. Fatti in casa anche i dolci. Degna chiusura un caffè al Varnelli, l'anice "istituzionale" nelle Marche, in quanto la ditta Varnelli è ancora di proprietà della famiglia omonima, la titolare pur avendo 95 anni è ancora saldamente al timone dell'azienda. La carta dei vini privilegia, saggiamente, i prodotti regionali. Dai bianchi delle colline pesaresi, come il Bianchello del Metauro, ai grandi rossi del Piceno. Passando dall'immancabile Verdicchio di Jesi. Sotto Pasqua da non perdere i riti della Settimana Santa nella cripta della austera chiesa - fortezza di San Claudio, all'interno della quale un parroco appassionato di storia sostiene che vi venne incoronato Carlo Magno, mettendo in discussione le tesi ufficiali.
Info: ristorante San Claudio: Tel.0733.283428. www.ristorantesanclaudio.it

Nella foto: Andrea Angeletti nella sala del ristorante San Claudio di San Claudio di Corridonia (MC)

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RENATO MALAMAN
San claudio, sapori schietti delle marche sotto le volte dell'abbazia

RENATO MALAMAN

RENATO MALAMAN

Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo.
Coautore di  numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto" e attualmente dirige la collana "Italia nel piatto" dell'editore Il Poligrafo.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto. Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 111 paesi del mondo. Fa parte del Gist, associazione della stampa turistica di cui ha ricoperto la carica di delegato regionale e consigliere nazionale. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau.

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