Goloso e Curioso
TRADIZIONE ED INNOVAZIONE NELLA CANTINA SANTA MARIA LA PALMA

TRADIZIONE ED INNOVAZIONE NELLA CANTINA SANTA MARIA LA PALMA

Non ci sono conti, baroni o marchesi, a Santa Maria la Palma di Alghero, ma tante famiglie di viticoltori e di contadini. La cantina, una delle più grandi ed importanti aziende vitivinicole della Sardegna, è frutto di braccia forti, schiene dritte, passione e valori di braccianti, che negli anni '50 bonificarono una vastissima area di terreni usati da sempre solo per la pastorizia mettendo a dimora i ceppi di Cannonau e Fermentino, costituendo così la Cantina Santa Maria La Palma. In queste terre, particolarmente vocate per la viticoltura grazie alla vicinanza al mare, ad una buona esposizione al sole e alle caratteristiche pedoclimatiche, continuano a lavorare i figli ed i nipoti di quelli che hanno zappato per primi quelle zolle coltivando soprattutto i vitigni della tradizione sarda. I più famosi sono forse il Cannonau ed il Vermentino, quelli che basta nominare per evocare la Sardegna e i suoi vini. Un vitigno per i rossi e uno per i bianchi, diversi come il giorno e la notte. Uno è la forza e l’altro leggerezza, come due anime complementari della stessa terra anche se in queste vigne crescono anche altri vitigni, altrettanto preziosi ed altrettanto isolani, come la Monica, un nome gentile di donna per un vitigno storico della Sardegna. Forse il nome viene dai monaci camaldolesi, che lo avrebbero diffuso nell’isola intorno al XI secolo. O il Cagnulari, vitigno nero che ad Alghero ha trovato la culla ideale, probabilmente venuto dalla Spagna ai tempi della dominazione. Di ognuno di questi vitigni i soci della Cantina Santa Maria la Palma conoscono la storia e quel che gli occorre per fagli produrre i suoi grappoli migliori, perché i grandi vini nascono dalla conoscenza, dalla cura e da ottimi ceppi. Il fiore all’occhiello della Cantina Santa Maria La Palma è, comunque, il Vermentino Aragosta, vino bianco da bersi giovane che si accompagna divinamente a piatti di pesce ed in particolare ai crostacei, soprattutto all’aragosta. Colore giallo paglierino con tenui riflessi verdognoli, l’Aragosta ha un profumo equilibrato, ma ben espresso con fresca fragranza che ricorda la mela matura. La Cantina di Santa Maria La Palma, dalla prima vendemmia del settembre 1959 con ceste e carretti per trasportare l'uva, di strada ne ha fatta tanta. Non solo quella tra i poderi, ma addirittura in mare, nelle acque della riserva marina di Capo Caccia, fino a 30 metri di profondità per il suo ultimo prodotto, Akenta, lo spumante dell'innovazione e del marketing, tenuto sette mesi sul fondale sabbioso dove è nata quella “cantina subacquea” che ha richiamato l'attenzione dei media non soltanto nazionali. Una straordinaria operazione promozionale, ma anche un prodotto di qualità. Il tutto a dimostrazione che nella borgata di Santa Maria l'innovazione non è più una parolaccia, visto che anche il rosso Cagnulari 2015 andrà sott'acqua. Prosit!


Claudio Zeni



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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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