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LA GASTRONOMIA JAMAICANA

LA GASTRONOMIA JAMAICANA

Il piatto nazionale è l’ackee and salt fish, ovvero l’ackee – frutto che, una volta cotto, ricorda le uova strapazzate –, accompagnato dal baccalà  servito per il breakfast o il brunch. L’ackee, che cresce solo in Jamaica, è il discendente dell’acajou dell’Africa occidentale, arrivato sull’isola probabilmente con gli schiavi. Delizioso quando è maturo, è invece velenoso quando è acerbo. Molto popolare il patty, una specie di calzone fritto, ripieno di carne di manzo, di pollo o verdure speziatissime, uno snack veloce che si acquista nei bar o sulle bancarelle. Diffusissima fra i piatti di strada anche la carne o il pesce jerked, ovvero marinati in un mix di cipolle, timo, pimento, cannella, noce moscata, sale e pepe, e cotti alla brace alla maniera dei bucanieri, in un recipiente aperto (in genere fusti di benzina tagliati a metà) su un fuoco di aromatico legno di pimento. Rice & peas ( riso e fagioli rossi) è il principale piatto di accompagnamento alle pietanze della cucina giamaicana. Non precisamente un primo piatto, come nella cucina italiana, ma un "contorno" a carni, pesci e verdure. Ottimo ad esempio come accompagnamento al jerk chicken. Fra i primi, eccellenti le zuppe: pepperpot soup, con pimento, callaloo (una una verdura a foglia verde scura simile agli spinaci tipico piatto per la prima colazione insieme al salt fish), carne di manzo, yam e latte di cocco, intrigante e squisita, e la sua versione più semplice, callaloo soup  con scalogno pomodori e timo. E, ancora, pumpkin soup, una specie di zucca, e red peas soup, a base di fagioli rossi, entrambe speziate e gustose. Ottimo tutto quanto viene dal mare: crostacei e pesce, cucinati in vari modi, semplicemente grigliati o lavorati in ricette creole, a volte con latte di cocco. Diffuso l’escoveitch fish, pesce fritto in una salsa aromatizzata al pimento e servito generalmente con bammy, una specie di polenta di cassava. In alternativa ci sono pollo, maiale, capretto al curry. Le verdure, varietà di fagioli, pomodori, zucche ecc, sono arricchite da quelle tipiche di queste latitudini, dall’albero del pane (bollito, stufato o fritto) al cho cho (una specie di grossa pera verde con un involucro tutto butterato, bollita e condita con burro). La frutta, ananas, mango, papaia, passion fruit, goyava in testa, è quella tropicale ed è la base anche dei dessert giamaicani. 

 

Claudio Zeni

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La gastronomia jamaicana

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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