LA NUOVA DOC DEL LAGO DI GARDA: IL CHIARETTO DI BARDOLINO
Chiaretto
di Bardolino diventa una denominazione autonoma da Bardolino doc. A
sua volta, Bardolino riconosce ufficialmente le tre sottozone
storiche
Il
Chiaretto si separa dal Bardolino e diventa una doc autonoma. Il
Bardolino, a sua volta, torna alle proprie origini ottocentesche e
valorizza le tre sottozone storiche: La Rocca, Montebaldo e
Sommacampagna. Lo ha deciso l’assemblea dei produttori bardolinesi,
su proposta del presidente del consorzio di tutela, Franco
Cristoforetti.
“Con
la nascita della doc autonoma del Chiaretto
di Bardolino
e il riconoscimento delle tre sottozone del Bardolino – spiega
Cristoforetti - trova completamento il piano strategico tracciato dal
giornalista Angelo
Peretti
e approvato dal consiglio di amministrazione del consorzio di tutela
nell’estate del 2008. Fu allora che iniziò la scissione del
percorso identitario del Chiaretto e del Bardolino, consentendo da un
lato al nostro rosé di diventare leader produttivo assoluto tra i
vini rosati italiani e dall’altro di mettere in luce la
territorialità del Bardolino, facendolo approdare per la prima volta
ai gradini più alti delle guide di settore”.
Con
la Rosé
Revolution
del
2014 il Chiaretto ha compiuto una netta scelta stilistica,
accentuando il proprio carattere di rosé chiaro, secco e agrumato e
assume ora piena indipendenza con una doc a sé stante. Il Bardolino
accentua invece la propria connotazione territoriale, mettendo a
frutto i risultati della zonazione del 2005 e del progetto Bardolino
Village
che ha visto una quindicina di produttori impegnati dal 2015.
“Torniamo
così – conclude Cristoforetti – per i nostri rossi di punta a
quelle tre sottozone che erano già state dettagliatamente descritte
da Giovanni Battista Perez alla fine dell’Ottocento, quando i vini
migliori della zona erano esportati in Svizzera per essere serviti
insieme con i Borgogna e i Beaujolais”.
Le
tre sottozone del Bardolino doc saranno: La
Rocca
(relativa ai comuni del territorio dell’antico Distretto di
Bardolino), Bardolino
Montebaldo
(inerente il tratto pedemontano dell’ex Distretto di Montebaldo) e
Bardolino
Sommacampagna
(ossia l’area delle colline meridionali più a sud). Esordiranno
insieme al Chiaretto di Bardolino doc con la vendemmia 2018.
La
nascita della nuova doc del rosé e le modifiche alla doc del
Bardolino apporteranno varie modifiche all’assetto produttivo. Il
Chiaretto di Bardolino e il Bardolino “base”, che continuerà
comunque ad essere prodotto, avranno rese massime di 120 quintali di
uva per ettaro, contro gli attuali 130, mentre per le tre sottozone
del Bardolino si scende a 100 quintali massimi per ettaro. I vini
delle tre sottozone usciranno sul mercato non prima di settembre
dell’anno successivo alla vendemmia. I disciplinari prevedono
inoltre che si utilizzino solo uve “fresche”, vietando quindi
surmaturazioni o appassimenti. Per tutti i vini delle doc Bardolino e
Chiaretto di Bardolino, la quantità ammessa di uva corvina veronese
sale al 95% dall’attuale 80%.
Ufficio
stampa Italia:
Michele
Bertuzzo - Giada
Azzolin
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Consorzio
di tutela Bardolino doc
Il
Bardolino è stato tra i primi vini in Italia a ottenere la doc, nel
1968, ma già nella seconda metà dell’Ottocento si imbottigliavano
vini con la dicitura “Bardolino”. Il Chiaretto è storicamente la
versione rosata del Bardolino. Il Consorzio di tutela, fondato nel
1969, rappresenta attualmente circa il 92% della filiera produttiva
totale del Bardolino e del Chiaretto. Vi sono iscritti circa 1200
produttori di uva, 900 viticoltori, 120 vinificatori e 100
imbottigliatori.
Attualmente
i vigneti iscritti all’albo insistono su una superficie di circa
2.700 ettari. La produzione totale annua è di circa 17 milioni di
bottiglie di Bardolino e 9 milioni di bottiglie di Chiaretto. La
quota export è pari al 65%. I mercati esteri più importanti sono
Germania, Scandinavia e Paesi Bassi, seguiti, in Europa, da Francia e
Regno Unito. Interessanti prospettive si stanno riscontrando negli
Stati Uniti, in Canada e in Giappone.