Goloso e Curioso
Aspettando la primavera, appuntamento marzolino con il MEC in trasferta a Morimondo

Aspettando la primavera, appuntamento marzolino con il MEC in trasferta a Morimondo

In vetrina le eccellenze enogastronomiche del triangolo del gusto steso tra le province di Pavia, Alessandria, Milano. Non solo food: tra i banchi del farmers’ market anche i prodotti di bellezza derivati dal latte d’asina

Marzo 2017. Appuntamento marzolino con il MEC in trasferta: domenica 12 Marzo il Farmers’ Market della Certosa di Pavia tornerà a Morimondo, città slow  del circuito dei Borghi più belli d’Italia famosa per la sua stupenda Abbazia romanica. Un borgo suggestivo dove arte e cultura si fondono e dove lasciarsi andare alla meraviglia di trovarsi in un luogo bellissimo, carico di storia e spiritualità come l’abbazia di Morimondo. Un tesoro alle porte di Milano dove sarà possibile effettuare visite libere al chiostro, visite guidate al complesso monastico (alle 15, 15,30 e 16) e alle 14,30 un laboratorio di miniatura medievale dedicato alla composizione dell’erbario (info www.prolocomorimondo.eu).

Golosi, enogastronauti e foodies, ma anche turisti a breve raggio avranno la possibilità di scoprirlo. Quanto al MEC, dalle 10 alle 18 presso la Corte dei Cistercensi produttori agricoli di eccellenze enogastronomiche DOP, DOC e IGP lombarde del Pavese, della Lomellina, dell’Oltrepo e delle regioni confinanti. Il MEC-Mercatino Enogastronomico della Certosa presenterà, come di consueto, l’eccellenza agroalimentare di Oltrepo, Lomellina, Pavese e Monferrato: tipicità di altissima qualità,  prodotti simbolo della dieta mediterranea. Nella vetrina del MEC foodies e turisti enogastronomici avranno la possibilità di degustare ed acquistare funghi, riso del Pavese, succhi di frutta e salse, confetture e composte, specialità casearie di latte vaccino e per quanti tengono d’occhio il tasso di colesterolo, anche di pecora e capra del vicino Monferrato. Non mancheranno Varzi DOP (prodotto con l’utilizzo del filetto che è la parte più pregiata del maiale) e  salame d’oca di Mortara IGP, pregiata produzione  lomellina. Lomellina ancora protagonista tra i banchi del MEC con i prosciutti ed il paté di fegato d’oca. E ancora vini, distillati, grappe, digestivi, liquori e creme per torte e gelati. Per i golosi del dolce le caratteristiche e pluripremiate offelle di Parona. E olio dalla Liguria. Nel paniere di eccellenze del MEC, il pane di Cheeses&Breads, ovvero Marco Bernini, panificatore alchimista di Pozzol Groppo (Al) che crea pani integrali semplici o con cereali (italiani) di segale, farro, grano del faraone. Pani che vengono panificati secondo due metodi: uno senza impasto ma solo farina, acqua e tempo; l’altro tradizionale. Le farine sono di grani semplici o miscele direttamente in campo prima del raccolto mulinate a pietra pochi giorni prima della panificazione.

Infine, new entry del mese, latte d’asina ed i suoi derivati, cosmetici e per l’igiene personale. Il latte d’asina, infatti contribuisce a idratare, nutrire e lenire qualsiasi tipo di pelle anche con tendenze allergiche.

Un atlante del gusto ricco di tipicità ed eccellenze per una realtà che si caratterizza per fiducia e famigliarità come il negozio sotto casa di una volta.

Mercatino Enogastronomico della Certosa in Trasferta

Domenica 12 Marzo 2017

Dalle 10 alle 18

Morimondo (Mi), Corte dei Cistercensi

Ingresso gratuito

Per informazioni 347 7264448; www.agenziareclam.it; www.prolocomorimondo.eu

 

L'Abbazia di Morimondo fu fondata nel 1136 dai cistercensi provenienti dal monastero francese di Morimond, i quali, trapiantati in Lombardia, conservarono il nome della loro abbazia madre (da "mora", parola della bassa latinità = palude). La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l'austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio. L'esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi. La facciata presenta un taglio a capanna; il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L'interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522. Si compone di 70 stalli divisi in 2 ordini; negli scranni sono raffigurati motivi simbolici.Sul fianco destro della chiesa si apre il chiostro, dove affacciano le varie parti del monastero, più volte riprese e rimaneggiate nel tempo. Il lato est è il piu' antico, con la sala capitolare, il sovrastante dormitorio, il "parloir" e la "sala di lavoro" dei monaci. Sul lato sud si affacciano il "calefactorium" (unico locale riscaldato) e il refettorio. L'ala dei conversi, lato ovest, è quella che ha subito maggiori trasformazioni.

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Simonetta
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Simonetta

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Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono  gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie:  i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le  persone che lo producono .  Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”:  il che è profondamente  vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.

simonetta.tocchetti@libero.it

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