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TIMORASSO, VINO ANTICO DEL PIEMONTE, OGGI GIUSTAMENTE RISCOPERTO

TIMORASSO, VINO ANTICO DEL PIEMONTE, OGGI GIUSTAMENTE RISCOPERTO

Il Timorasso è un vitigno autoctono della provincia di Alessandria, a bacca bianca di qualità, coltivato essenzialmente nelle Valli Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera, in un 'area dove la vite trova un valido habitat grazie al terreno, al lungo soleggiamento e alla posizione al riparo dei venti. La sua produzione è assai limitata, ma di alta qualità. Il vino che se ne ricava, di buona struttura, è assai rinomato tra i buongustai; nonostante le sue origini antiche, appartiene all'ultima generazione dei "bianchi" della provincia di Alessandria.


Il Timorasso è un vino che gli agricoltori di queste zone hanno prodotto fin da tempi remoti, ma che solo in tempi recenti, verso la fine degli anni Ottanta, hanno ripreso ad impiantare. Il grappolo si presenta mediogrande; è abbastanza compatto, allungato, i suoi acini sono di media grandezza, sferici, con buccia di colore verde-giallo spessa e resistente; la polpa è carnosa e di sapore neutro. Il picciolo è lungo, di colore verde e venature rosso-violaceo. La produttività del Timorasso è decisamente incostante, in compenso è abbastanza resistente alle malattie e agli eventi atmosferici. Il vino che viene prodotto è bianco asciutto, corposo e più alcolico del Cortese. Si presta bene anche all’invecchiamento. Insomma, un vino che sta destando molto interesse.


Ottima l’affluenza e la partecipazione del pubblico interessato ed eterogeneo, instancabile e disponibile il vignaiolo che ha parlato per ore, fantastica la location nel parco. La serata di lancio del format #vinoumano e presentazione del Timorasso, tenuta all’interno del Parco di Sant’Agostino a Bergamo Alta, ha confermato l’interesse per la divulgazione e l’approfondimento delle tematiche del vino artigianale con l’opportunità di farlo con leggerezza. Si dicono soddisfatti a Vinomediatica (agenzia bergamasca che fa capo a Patrizia Capoferri, specializzata in comunicazione e marketing del vino) gli ideatori del gioco-degustazione.

 


Amanti del vino, competenti o per nulla, giovani e meno giovani, turisti stranieri, produttori locali e avventori casuali, si sono succeduti nello spazio della terrazza, hanno partecipato al gioco e degustato il Timorasso dei Colli Tortonesi prodotto da Paolo Carlo Ghislandi dell’azienda agricola Cascina I Carpini di Pozzol Groppo (Al).

 

Il Timorasso “è un vino dalla struttura importante e forte, muscoloso e robusto che -  spiega Ghislandi - ha saputo sopravvivere ad un'estinzione quasi certa per la sua capacità di rimodellare la tradizione in una chiave innovativa e moderna". Non era dunque un vino facile da affrontare per un pubblico di non esperti ma, forse proprio per questo motivo, ha fatto centro e ha stimolato i partecipanti ad esprimersi nel gioco.


Incastonata nel profondo silenzio di una natura vergine ed incontaminata, la Cascina I Carpini si distingue per aver fatto della migliore tradizione vitivinicola di qualità il cardine per ottenere una inedita e moderna interpretazione del vino ottenuto naturalmente dalle varietà autoctone locali coltivate nel pieno rispetto dell'ecosistema. Oltre al Timorasso (di cui Ghislandi è uno dei maggiori produttori e che propone anche nella versione spumantizzata con Metodo Martinotti) nella azienda si producono le varie Doc Colli Tortonesi, il tutto in piccole curatissime quantità. La produzione dell’azienda non supera in totale le 60 mila bottiglie.

 

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Roberto Vitali
Timorasso, vino antico del piemonte, oggi giustamente riscoperto

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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