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NELL'ISOLA DI LIPARI RINASCE IL CORINTO NERO, VITIGNO PORTATO DAI FENICI

NELL'ISOLA DI LIPARI RINASCE IL CORINTO NERO, VITIGNO PORTATO DAI FENICI

Un vino raro, unico, il “Corinto Nero” in purezza. Lo produce, nell’isola di Lipari, nella sua Tenuta di Castellaro, un imprenditore bergamasco che alcuni anni fa si è innamorato di questi luoghi incantati e vi ha costruito una modernissima cantina: parliamo di Massimo Lentsch, titolare della CoMark, azienda di Bergamo specializzata in marketing internazionale.

Massimo Lentsch, completando il percorso enologico che l’ha visto progettare e costruire a Lipari la più importante realtà enologica delle Eolie (oggi sono 22 e mezzo gli ettari vitati), presenta ufficialmente sul mercato la sua nuova creatura, il Corinto Nero in purezza, vitigno autoctono introdotto nell’isola dalle popolazioni fenicie e greche, un vino dai caratteri unici, che racchiude in sé energia e forze zuccherine sprigionate in tutto il loro vigore.

«Questo vitigno autoctono delle Eolie – afferma Lentsch – veniva già da noi usato nella misura del 5 per cento per ambrare la Malvasia delle Lipari, la Doc delle isole. E’ stato da noi recuperato attraverso una selezione clonale fatta con l'assistenza di un ingegnere agronomo francese nei vigneti più antichi delle sette Isole Eolie, con l'intento di individuare e contrassegnare le piante più forti e sane. Per ben sei anni, da queste piante contrassegnate abbiamo recuperato i tralci, che abbiamo regolarmente inviato in Francia per la riproduzione di barbatelle geneticamente sane da impiantare. Diciamo che ad oggi, grazie a quest'opera di riproduzione, siamo sicuramente i più grossi produttori di  Corinto Nero in Italia e, usandolo in purezza, il disciplinare ci ha permesso di chiamare il vino con il nome del vitigno. A settembre saranno messe sul mercato le prime bottiglie della vendemmia 2013. Il costo in enoteca di una bottiglia sarà di circa 30 euro».

In attesa di assaggiarlo, il Corinto Nero viene descritto come vino di colore rosso rubino con riflessi viola, profumo tipico di frutta matura con sfumature di vaniglia e anice, sapore sapido, armonico, di lunga persistenza in bocca, speziato e con retrogusto leggermente tannico. E’ classificato vino biologico naturale.

Il Corinto Rosso si aggiunge agli altri vini prodotti da Lentsch, che nei nomi si richiamano alle tipologie di pietre presenti nell’isola.  Dopo il Bianco Pomice ed il Nero Ossidiana, vini che stanno facendo il giro del mondo (l’esperienza nel marketing internazionale serve), è seguito il Rosa Caolino, quindi il vino simbolo di Lipari, la Malvasia Doc (solo bottiglie da 0,375) pigiata dopo un paio di settimane di appassimento al sole: dà un vino complesso, con sentori di albicocca, fico, tamarindo; al gusto è equilibrato tra dolce e acidità. 

«Anche la vendemmia di quest’anno – afferma Lentsch – è stata ottima. Anticipata, ma in qualità e quantità ottimali. Produrremo circa 55 mila bottiglie tra le varie tipologie. Una volta che tutti i vigneti saranno a regime riuscirò ad arrivare a un totale di 120 mila bottiglie ogni anno».

Si sono rinnovati intanto, durante l’estate, numerose eventi nella Tenuta di Castellaro: visite guidate in cantina con degustazioni in vigna al tramonto, eventi aziendali e culturali, mini concerti di musica etnica, show-cooking, workshop e seminari. Più di 7.500 le presenze registrate sino ad oggi.

 Diversi i vip che hanno fatto visita alla cantina, fra cui il giornalista opinionista Marcello Sorgi, la duchessa Albiera Antinori, il figlio dell'Emiro del Kuwait e molti altri.

Roberto Vitali

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Roberto Vitali
Nell'isola di lipari rinasce il corinto nero, vitigno portato dai fenici

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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