VENDITA ONLINE DI AMARONE
E DEI MIGLIORI VINI ITALIANI
ACQUISTA ONLINE
Bornato di Cazzago S. Martino (BS) – Un nuovo Franciacorta – lo Stellato - entra nella
famiglia Cabochon di Monte Rossa, i vini d’eccellenza che la Cantina produce
solo in annate particolarmente favorevoli e che rappresentano il punto d’arrivo
di un percorso fatto di esperienza, passione e ricerca.
I Cabochon prendono il
loro nome dal mondo della gioielleria, vini preziosi e rari come solo i
gioielli sanno essere. Lo Stellato osa di più: gioca infatti con l’affascinante
fenomeno dell’asterismo, incantevole effetto “a stella” che interessa le pietre
preziose ottenute proprio con il taglio Cabochon.
A proposito di stelle,
Monte Rossa può vantare di avere come
protagonista una vera stella: Paola Rovetta, appassionata pioniera della
Franciacorta e fondatrice della Cantina sempre insieme al marito Paolo. Una
passione e un’impresa oggi condotte dal figlio Emanuele.
Un astro luminoso e
cosmico quello che ha illuminato la via di Monte Rossa dalla nascita fino ad
oggi, una presenza discreta ma ferma
nelle decisioni più importanti che hanno determinato il successo della Cantina
e la diffusione del Franciacorta.
Paola Rovetta è appassionata
di astronomia e di giardinaggio: due amori che hanno regalato a Monte Rossa un giardino italiano che custodisce nel
centro del brolo una bellissima stella, meta ammirata di tutti i visitatori.
Lo Stellato è un vino prezioso, come racconta il suo
nome: una Cuvée del 2005 composta da base Chardonnay con l’aggiunta di Pinot
Nero e del 15% di vini di riserva. Messa in bottiglia nel giugno del 2006,
nove anni sui lieviti. L’abito è suggestivo e
curato nei dettagli: un bianco siderale
e brillante che affascina a prima vista, impreziosito da un’incisione unica.
Unica come quell’astro ridisegnato nella scalinata di
Monte Rossa: da qui è partita una storia speciale, una storia che il Cabochon Stellato vuole ripercorrere e celebrare.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981