Goloso e Curioso
GRANDE SERATA CON GLI AMARONI DI CESARI

GRANDE SERATA CON GLI AMARONI DI CESARI

 Parlare e scrivere di “Amarone” suscita già, in chi scrive e in chi legge, un senso di naturale appagamento, perché chi ha assaggiato questo vino,  anche solo una volta, non lo dimentica. Non un vino di tutti i giorni, sia ben chiaro, perché parliamo di uno dei vini rossi italiani più potenti ed anche – giustamente – tra i più costosi. E’ nota infatti la lunga e attenta fase di vinificazione e maturazione, che prima riduce la quantità di vino spremuto dai grappoli,  lasciati per settimane ad appassire   in appositi locali ben aerati, quindi la lunga permanenza del vino in barriques dove si affina, poi il passaggio in bottiglia per periodi più e meno lunghi (il vino è  in commercio non prima di tre anni dalla vendemmia).


Si sa anche – almeno chi si interessa un po’ al buon vino – che l’Amarone non è da bere giovane; le sue caratteristiche reggono bene al passare degli anni, sempre, beninteso, se è conservato in modo appropriato.


Sono accorsi in un centinaio i buongustai al richiamo dei fratelli Giorgio e Marco Falconi, titolari della omonima trattoria di Ponteranica (nei pressi di Bergamo), che hanno proposto una serata all’insegna dell’Amarone docg. La scelta è caduta sulla azienda Gerardo Cesari spa, fondata nel 1936 e divenuta presto sinonimo di vini veronesi nel mondo. Già all’inizio degli Anni Settanta, infatti, l’Amarone Cesari è stato fra i primi ad arrivare nei cinque continenti grazie alla passione e allo spirito d’iniziativa di Franco Cesari, figlio del fondatore Gerardo, la cui visione originale è stata quella di voler produrre un grande Amarone che potesse competere con i migliori vini rossi sia italiani che internazionali. I vini Cesari hanno iniziato così la storia di successo nel mondo.


Per la serata a Ponteranica, lo chef Giorgio ha preparato un menù che ben si adattasse ai vini, spiegati dal sommelier  Marco e anche da Pietro Materossi, uno dei titolari dell’azienda Cesari, che ha le cantine a Cavaion Veronese (Vr) e la sede a Quinzano (Bs).  Si è cominciato con l’annata 2012, ancora fresca e intrigante, facile da capire, che ha accompagnato un pan croccante ai semi di sesamo farcito con ragù di Chianina e pomodorini. Grandi consensi, subito dopo, per i ravioli ripieni di fonduta di formaggio Asiago, con radicchio rosso e tartufo scorzone in crema di Amarone Riserva il Bosco 2009, lo stesso che è stato servito nel bicchiere. Vino molto profumato e complesso, un cru prodotto da viti con almeno 15 anni di età e solo nelle annate favorevoli.


Il terzo Amarone servito, il Bosan Classico Riserva 2006, da un vigneto nella parte più alta della Valpolicella, ha confermato in tutto il suo vigore che l’annata 2006 è stata davvero ottima. Dai profumi intensi e speziati, complesso al gusto, ottimo con carni rosse e formaggi stagionati ma anche come vino da meditazione.


Per finire si è cambiato registro. E’ stato servito, sempre di Cesari, un Recioto Valpolicella Classico 2013 Doc, un vino da fine pasto che, nella varietà dei vini dolci italiani, ha numerosi estimatori perché non troppo impegnativo e nemmeno stucchevole. I fratelli Falconi lo hanno abbinato a un formaggio Provolone Valpadana (formato gigante) invecchiato 5 anni e tagliato appositamente per la serata: uno spettacolo nello spettacolo, anche se noi abbiamo preferito l’abbinamento del Provolone, assai sapido e profumato, con l’Amarone Bosan 2006. Per finire in bellezza la pera cotta al Recioto con gelato all’amarena e un piccolo assaggio di torta al cioccolato al sale (curiosità firmata dallo chef Giorgio).


Alla serata sono intervenuti anche Marco Mosconi, Giorgio Rovelli e Luca Crotti in rappresentanza della “3 EMME srl” di Sorisole (Bg), grossista di vini e bevande per il settore Horeca, insieme a Manlio Zatelli, agente della Gerardo Cesari spa.

 

 

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Roberto Vitali
Grande serata con gli amaroni di cesari

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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