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E DEI MIGLIORI VINI ITALIANI
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Un dibattito serrato, sviluppatosi mediante un confronto diretto con la rete vendita della Cantina di Monticelli Brusati, ha posto l’accento sulle dinamiche alla base del complesso rapporto fra le gestioni dei ristoranti e i fornitori (grossisti, agenti, distributori) dell’universo vinicolo.
Tre grandi Restaurant manager, Nicola Dell’Agnolo, del milanese Aimo & Nadia (due stelle Michelin), Carlo Pierato, del GH Villa Serbelloni, a Bellagio (una stella Michelin), Nicola Ultimo, del Park Hyatt, a Milano (una stella Michelin), hanno messo a fuoco le dinamiche alla base delle scelte e delle politiche di acquisto del vino da parte del management di strutture di alto profilo.
L’intervento di Nicola Ultimo ha evidenziato la necessità di un rapporto basato sulla franchezza e la comunicazione dei rispettivi valori e posizionamenti, mentre il sommelier Nicola Dell’Agnolo ha ribadito che il ristorante bistellato è sempre alla ricerca di prodotti di alta qualità, anche quando le etichette non fanno parte del sistema “iconico” e quindi non sono necessariamente legate a cantine “celebri”. Concetto avvalorato da Carlo Pierato, che ha insistito sulla necessità di saper selezionare i prodotti assegnando delle priorità sulla base di meriti qualitativi.
Un bel dibattito, reso ancora più interessante dagli interventi di Roberta Bianchi, patronne dell’Azienda Villa Franciacorta e del marito Paolo Pizziol: entrambi hanno confermato che prestigio e immagine dei prodotti sono assolutamente speculari a storia aziendale e qualità produttiva. Valori che devono essere comunicati dalla “rete” in modo chiaro, efficace e trasparente.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981