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Da Berlucchi è in corso la prima vendemmia dell’uva bianca autoctona Erbamat. I raccoglitori sono al lavoro nel vigneto Castello, un ettaro di vigna biologica sulle balze del maniero medievale di Borgonato.
Da alcuni anni Berlucchi, attraverso prove in campo e microvinificazioni, collabora con il Consorzio Franciacorta studiando e sperimentando le potenzialità dell’Erbamat.
Nel 2016, vista
l’introduzione della varietà nelle modifiche al Disciplinare di quest’anno –
dove se ne autorizza l’impiego nella cuvée dei Franciacorta (escluso il Satèn)
per un massimo del 10% - il team agronomico ha sovrainnestato un ettaro di
Chardonnay nella porzione orientale del vigneto Castello.
La vendemmia si prospetta generosa per quantità e qualità: i grappoli sono sani e le analisi pre vendemmiali evidenziano acidità ben equilibrata.
“L’Erbamat è
una varietà piuttosto delicata, che dà il meglio coltivata su terreni asciutti.
Soggetta a ustioni, va protetta dai raggi ultravioletti: abbiamo scelto di
impiantarla sul versante est della collina del castello, che presenta tra
l’altro un suolo privo di ristagni idrici”, spiega Arturo Ziliani, enologo e AD
della Guido Berlucchi.
“Matura da metà
settembre a ottobre, un mese dopo lo Chardonnay e il Pinot Nero: si propone
quindi come una delle risposte franciacortine al cambiamento climatico. Le
microvinificazioni degli anni scorsi hanno evidenziato acidità bilanciata,
profumi floreali e buona longevità. Con questi presupposti, siamo davanti a una
varietà sulla quale investire per il futuro del territorio, attingendo dalla
tradizione contadina locale”, continua Ziliani.
La
coltivazione dell’Erbamat risale dagli albori della
Franciacorta enologica: la citò già
l’agronomo Agostino Gallo nel suo Le dieci
giornate della vera agricoltura, e piaceri della villa (1564) come varietà
presente anche sulle colline
franciacortine.
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981