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ALL’ENOLOGO MATTIA VEZZOLA IL RICONOSCIMENTO DEL “PALLADIO GARDESANO”

ALL’ENOLOGO MATTIA VEZZOLA IL RICONOSCIMENTO DEL “PALLADIO GARDESANO”

È Mattia Vezzola il vincitore della seconda edizione del Palladio Gardesano. A premiare l'enologo di fama internazionale, patron di Costaripa a Moniga e storico enologo di Bellavista a Erbusco, sono state le tre confraternite del vino gardesano: Confraternita del Groppello, Castellani del Chiaretto e Gran Priorato del Lugana, riunitesi al Grand Hotel di Gardone Riviera il 18 settembre in occasione della Festa della Vendemmia.

Vezzola, un ex astemio, è da alcuni considerato quasi un mago, qualcosa più di un “semplice” enologo, lavoro per il quale è stato più volte premiato come migliore interprete dell'anno, avendo saputo portare ai vertici qualitativi i vini della Valtenesi e della Franciacorta. “È un'emozione – ha detto – ricevere queste gratificazioni. Quando si lavora, capisci il valore e la meraviglia in cui siamo nati. Quando la viticultura genera economia, possiamo essere certi che i nostri nipoti potranno correre dentro le vigne”.

Dopo il premio dello scorso anno all'industriale Attilio Camozzi, la scelta di quest'anno della giuria – composta tra i vari dal sindaco di Moniga Lorella Lavo, il presidente del Consorzio Garda Lombardia Franco Cerini e Giovanna Prandini presidente della Strada dei Vini e dei Sapori del Garda – è caduta su Vezzola “per la perseveranza, la costanza e l'amore con cui ha promosso le terre e i prodotti del Garda, pensando che la qualità vada identificata con un territorio e coinvolgendo operatori e ristoratori”.

Il Palladio Gardesano – racconta Massimo Piergentili, presidente della Confraternita del Groppello – nasce da una mia sentita esigenza di coinvolgere tutte e tre le confraternite enoiche del Garda in un appuntamento annuale, da organizzare al tempo della vendemmia. All'inizio del 2014 ne parlai con Attilio Mazza, che subito ha condiviso la mia esigenza”.

Il riconoscimento della Confraternita del Groppello, dall'Ordine dei Castellani del Chiaretto, presieduto da Amedeo Corso, e del Gran Priorato del Lugana, presieduto da Mauro Tomei, (nate rispettivamente nel 1970, 1970 e 1980) viene assegnato a chi, associazioni, enti o persone, si sia distinto nella promozione del territorio, nell'accoglienza turistica e nella valorizzazione delle produzioni enogastronomiche della riviera bresciana del lago di Garda.

Il nome è arrivato su indicazione e collaborazione del compianto Mazza, storico socio fondatore della Confraternita del Groppello, che, a pochi mesi dalla sua scomparsa, fece riferimento all'unico articolo di D'Annunzio, fresco reduce fiumano, a tema gardesano intitolato “Il Palladio del Garda”, in cui ringraziava il sindaco di Maderno Giovanni Battista Bianchi che nel 1921 gli aveva offerto in dono il Serraglio per farne un santuario sull'italianità. Tuttavia, come noto, scelse Villa Cargnacco di Gardone.

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La Confraternita del Groppello, oggi presieduta da Claudio Massimo Piergentili, è nata nel 1970 a Padenghe nella cantina di casa Bosatta con l'obiettivo di valorizzazione quell'area che va da Salò a Desenzano e soprattutto le sue aziende agricole e il loro vino, prodotto con l'uva autoctona Groppello. L'Ordine dei Castellani del Chiaretto è nato nel 1978 da una costola della suddetta e per volere di uno dei suoi fondatori, Ennio Avigo, noto ristoratore valtenesi. Da un'altra costola nel 1980 è nato il Gran Priorato del Lugana, creato soprattutto per iniziativa di Carlo Viganò.

Roberto Vitali

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Roberto Vitali
All’enologo mattia vezzola il riconoscimento del “palladio gardesano”

Roberto Vitali

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Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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