OSTERIE D’ITALIA 2018 E “SCIUR” DI NINO NEGRI AL BURATTINI DI ADRARA SAN MARTINO (BG)

Un tour di gusti, sapori e storie si è concluso all’osteria Ai Burattini di Adrara San Martino (Bg): è stato il racconto dell’identità enogastronomica lombarda promosso dalla guida Osterie d’Italia di Slow Food Editore e dalla storica cantina Nino Negri in Valtellina. L’obiettivo è celebrare il ruolo dei cuochi delle osterie e dei vini nella valorizzazione di un territorio. Tre gli eventi svolti, tra febbraio (Osteria del Crotto a Morbegno in Valtellina), marzo (Osteria Al Bianchi di Brescia) e aprile (Antica Osteria Casa di Lucia di Acquate a Lecco). Le ricette scelte dalle osterie sono state studiate e pensate per sposarsi al meglio con i sentori di Sciur, il vino creato da Casimiro Maule, enologo della cantina Nino Negri di Chiuro.


Protagonista dell’ultima serata è stata l’osteria Ai Burattini di Adrara San Martino (Bg), il cui nome deriva dal bel cortile che la ospita, dove un tempo erano tenuti proprio gli spettacoli di burattini. All’interno si scopre un ambiente accogliente con due sale ben apparecchiate, una saletta-cantina che funziona da carta dei vini, il bancone e, alle spalle, la cucina a vista.


Alla presenza del vicepresidente nazionale Lorenzo Berlendis, che ha messo in risalto il ruolo di Slow Food Editore e della sua Guida delle Osterie, ha parlato Casimiro Maule, artefice del nuovo vino, nato dalla volontà di ricerca, innovazione, esperienza. Sciur – un Valtellina Superiore Docg - è inteso come un prototipo che favorisca una tendenza, che sia un esempio replicabile, capace di influire positivamente sulla realtà, dimostrando come il saper fare possa trasformarsi concretamente in prodotto, bottiglia, sistema produttivo.


Come negli anni ’80 lo Sforzato 5 Stelle rappresentò per la Valtellina e per il suo territorio un vero e proprio modello strategico che influenzò positivamente il concetto di qualità, Sciur nasce dalla voglia di proiettare in avanti il concetto di enologia mediante ricerca e innovazione con un nuovo approccio che vuol dire cultura del fare e cultura del progetto. Sciúr come “Sostenibile, Concreto, Innovativo, Unico, Responsabile”. Un vino che guarda al futuro, pur rimanendo ben ancorato alla tradizione: il Valtellina Superiore Docg “Sciúr” di Nino Negri è vinificato in acciaio e lasciato maturare per 16 mesi in botti di rovere da 750 litri, è rosso ricco ed elegante, fine ed armonico. Un rosso che rappresenta il futuro della Nino Negri.


Tutto questo ha spiegato Casimiro Maule e poi è stata la volta di Gianmarco Bellini, patron, che ha deliziato con la sua cucina davvero molto apprezzata. Presente anche Franco Brena, agente di Nino Negri per la provincia di Bergamo. Con l’entrée, Flan di carote e flan di zucchine con crema di formaggio di capra, servito lo spumante Cuvée Nino Negri, spettacolare perché composto non solo dai soliti Chardonnay e Pinot nero, ma con aggiunta della Chiavennasca, giusto per essere coerenti con il territorio. Successivamente Sciur del 2013, forse non ancora pronto, giovane con un grande frutto, il legno arso ed il lampone, ma con tannini non ancora del tutto svolti (anche se rispetto al 2012 ci è sembrato più pronto), ha accompagnato i Casoncelli alla bergamasca con burro nostrano di San Fermo e pancetta croccante, veramente buoni e delicati, e risotto (riso Riserva San Massimo) con punte di asparagi e stracchino all’antica delle Valli Orobiche (Presidio Slow Food). Riso molto prestigioso, ben cucinato e fragrante nelle punte di asparagi; lo stracchino ha equilibrato il piatto per degustare Sciur.


Infine con lo Stracotto d’asino al Valcalepio rosso con polenta di mais rostrato rosso di Rovetta è stato servito il Valtellina Sforzato Docg Sfursat Negri 2015. Veramente importante il vino con un equilibrio magistrale: un grande esempio di nebbiolo. Infine con il dolce, date le origini trentine di Casimiro Maule, è stato servito un passito pregevole, di grande freschezza e sapidità, pur essendo passito: una cuvée di sauvignon, traminer, pinot bianco e nosiola. Il dolce una crostata fatta in casa con confetture locali.

Nella foto, da sinistra Franco Brena, Silvio Magni, Casimiro Maule, Gianmarco Bellini.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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