VENDITA ONLINE DI AMARONE
E DEI MIGLIORI VINI ITALIANI
ACQUISTA ONLINE
La Guida del 2016 delle Osterie d’Italia, edita da Slow Food e presentata
ufficialmente a Cheese, cambia poco rispetto alla tradizione. Sono ormai 26
anni che la Guida esce ed ha sempre la stessa filosofia: buona accoglienza,
prodotti locali, tradizione nei piatti, vini del territorio. Innanzitutto
il locale deve essere segnalato da qualcuno, socio Slow Food o altro; poi
inizia il percorso per l’entrata, abbastanza tortuoso. Per quanto riguarda la
provincia di Bergamo, sono sempre state molto poche le Osterie in Guida.
Quest’anno sono otto, con una sola new
entry: il Ristorante La Baita
a Colere-Cantoniera della Presolana.
I simboli di pregio della guida sono la chiocciola per la qualità della
cucina, la bottiglia per la cantina ed il formaggio per la varietà della
scelta.
Le tradizionali e blasonate, con chiocciola, sono Burligo a Palazzago
(segnalato anche per la cantina: Felice è un grande cercatore di vini che si
abbinano alla cucina) e Dentella di Bracca (segnalato anche come Locale del
Buon Formaggio). L’unica osteria a Bergamo è Al Gigianca di via Broseta,
segnalata con la bottiglia per la sua cantina, che non è il risultato del
passaggio dei vari rappresentanti o distributori, ma frutto di una ricerca
personale. In Val Brembana, la Taverna di Arlecchino a San Giovanni Bianco
(frazione di Oneta), con la sua cucina di valle (forse meriterebbe anche la
segnalazione di Locale del Buon Formaggio per i grandi formaggi locali,
compreso il Camisöl) e la bergamaschità anche nella cantina. L’anno scorso la
new entry è stata l’Osteria I Burattini di Adrara San Martino, con la sua
cucina di territorio. Slow Food Lombardia sta portando avanti anche il progetto
“Dolci acque di Lombardia” per valorizzare il pesce di acqua dolce. Di questo
settore, tradizionalmente fanno parte Zù di Riva di Solto e il Collina di
Almenno, segnalato anche per la cantina.
«Purtroppo – afferma Silvio Magni,
architetto e responsabile di uno dei tre Distretti Slow Food della Bergamasca -
non arrivano altre segnalazioni di locali a Bergamo città. In effetti anch’io
non ne vedo, se no sarei il primo a segnalarli, così come nell’hinterland e
nella bassa. Probabilmente vengono maggiormente segnalati locali frequentati
dai turisti nelle nostre valli».
La novità di quest’anno è che il prezzo massimo del pasto (35 euro), per
certe province di certe regioni (la nostra è una di quelle), è stato alzato
fino a 40 euro perché è impossibile stare nel prezzo canonico, come però
avviene ancor oggi ad esempio in provincia di Cremona, Mantova, Pavia. In
Lombardia, oltre a La Baita di Colere, ci sono altre 6 new entries: al Cantinì
di Borno(Bs), Stazione di Castel d’Ario (Mn), La Frasca di Menconico (Pv), La
Dispensa di Sabbioneta (Mn), Mondo Piccolo di S. Maria della Versa (Pv),
Clementina di Sirmione (Bs).
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981