GRAPPA TRENTINA: IL FUTURO NELL'INVECCHIAMENTO E NELLA MISCELAZIONE

Il futuro della grappa? Invecchiamento, miscelazione e comunicazione. E’ la ricetta uscita da un incontro promosso dall’Istituto di Tutela Grappa del Trentino nel quale sono stati protagonisti distillatori italiani e opinion leader, uniti con l’obiettivo di individuare insieme una strategia comune per promuovere e ampliare i confini del distillato italiano per eccellenza. «Ci siamo incontrati nuovamente insieme ai produttori che hanno deciso di salire a bordo in questo progetto per fare fronte comune sul mondo della grappa, per interrogarci su tre pilastri, invecchiamento, miscelazione e comunicazione, argomenti al centro della tavola rotonda da cui sono scaturite una serie di idee e riflessioni interessanti», spiega il presidente dell’Istituto, Beppe Bertagnolli.


L’incontro si è tenuto a Bergamo nella prestigiosa sede del ristorante tristellato “Da Vittorio” della famiglia Cerea. Per la circostanza gli chef Chicco e Bobo Cerea hanno introdotto nello splendido menù un “Risotto con pancia di maiale affumicata e salsa alla grappa trentina”, un successo certo, a conferma come la grappa possa entrare in ricette di classe. La stessa versatilità il distillato italiano ha dimostrato nell’assaggio durante il pranzo: grappa a tutto pasto? E’ troppo osé dirlo, per ora, ma dopo talune ricette un piccolo sorso è ben accetto da molti buongustai. Come ha rilevato nel dibattito il direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, la grappa è forse il distillato più difficile da capire, più complesso nei suoi profumi e sapori. Va ancora insegnato a come degustarlo al meglio.


L’invecchiamento della grappa ha un processo più certificato rispetto agli altri spiriti internazionali e nazionali. Il tema da sviluppare ora è quale strada seguire: da un lato la via francese, dall’altro quella scozzese e irlandese. Il lato comune è tuttavia quello di costruire un percorso a metà strada con la volontà di dare maggiore identità a prodotti che vengono invecchiati con più riconoscibilità per il consumatore finale. Per quanto riguarda la miscelazione invece i distillatori trentini sono d’accordo nel cercare una via per realizzare un avvicinamento al consumatore più giovane e per farlo l’idea è quella di avvicinarsi ai bar tender, come è successo per esempio a Vinitaly. Infine, dal punto di vista della comunicazione, l’idea è quella di costituire un fronte comune attraverso un progetto che aiuti a sviluppare l’immagine della grappa, che deve essere svecchiata mantenendo però al contempo tipicità e target di riferimento.


A proposito di eventi e miscelazione, la tappa più imminente è stata quella di Vinitaly, dal 15 al 18 aprile, dove l’Istituto Tutela Grappa del Trentino era presente al Padiglione 3 stand E1 con uno spazio che ha ospitato la quasi totalità delle etichette dei soci. Il famoso barman Leonardo Veronesi si è cimentato tutti i giorni nella realizzazione di cocktail a base di grappe del Trentino (dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 17.30). Dalla grappa invecchiata alle riserve, passando per le tradizionali, il bartender di Riva del Garda ha interpretato l’arte dei mixology con al centro degli ingredienti il distillato trentino. Un’occasione per tutti per degustare l’unico prodotto italiano del genere a godere di una Igp, rivisto in chiave moderna.


A Vinitaly si sono scoperte le ultime annate in commercio. Nell’area dell’Istituto è stato possibile anche per i neofiti e gli appassionati avvicinarsi alla grappa di qualità attraverso degustazioni guidate e dei veri e propri “mini corsi” di degustazione accompagnati da esperti degustatori.


L’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino è nato nel 1960 con l’obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 24 soci dei quali 21 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 10 mila ettanidri di grappa (circa il 10% del totale nazionale) vale a dire circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri) distillando 15 mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25% della produzione). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è calcolato intorno ai 15milioni di euro per l’imbottigliato e 2 milioni di euro per quanto riguarda la materia prima.


NELLA FOTO, IL PRESIDENTE BEPPE BERTAGNOLLI.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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