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Elav continua a salire la scala: è Chiocciola per Slow Food

Elav continua a salire la scala: è Chiocciola per Slow Food

Il birrificio di Comun Nuovo (Bg) è stato insignito del più alto riconoscimento Slow Food. Solo 25 su 500 i birrifici italiani al quale è stata assegnata la Chiocciola Slow Food sulla Guida Alle Birre d'Italia 2017.

 

Dopo aver rivelato i riconoscimenti alle singole birre inseriti sulla Guida Alle Birre d'Italia 2017, Slow Food rivela i nomi dei 25 birrifici italiani (fra i 500 presi in considerazione) che si sono aggiudicati il miglior riconoscimento: la Chiocciola Slow Food.

 

Il Birrificio Indipendente Elav è orgoglioso di comunicare che Slow Food ha assegnato al birrificio di Comun Nuovo (Bg) il simbolo della Chiocciola, il più alto, l'emblema del movimento internazionale Slow Food,  al quale è stato attribuito il significato di “Birrificio che ci piace in modo speciale per la qualità e la costanza delle birre, per il ruolo svolto nel settore birrario nazionale, per l’attenzione al territorio e all’ambiente”.

 

Sono 25 i birrifici in Italia ai quali è stata assegnata la Chiocciola: quattro birrifici lombardi, uno solo bergamasco.

 

In anteprima rispetto alla Guida Alle Birre d'Italia 2017 che sarà presentata prossimamente, possiamo riportare la motivazione per cui Slow Food ha assegnato la Chiocciola al Birrificio Elav: “Gestione della crescita, motivazione, idee, attenzione alla filiera delle materie prime e alla costanza qualitativa. Un modello per tutto il settore”.

 

Oltre alla Chiocciola che rappresenta per Elav il riconoscimento più esclusivo e qualificante, sono stati assegnati riconoscimenti particolari anche a tre singole birre Elav: Punks do it Bitter, No War Rye Ipa, Aeresis Black Ale

 


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Roberto Vitali
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Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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