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DA BERGAMO A NOCERA UMBRA E RITORNO: SUCCESSO DEL BIRRIFICIO SAN BIAGIO IN TERRA OROBICA

DA BERGAMO A NOCERA UMBRA E RITORNO: SUCCESSO DEL BIRRIFICIO SAN BIAGIO IN TERRA OROBICA

Bergamasco di nascita e umbro d’adozione, è stato uno dei promotori di un progetto nato nel 2008 all’interno dell’antico monastero di San Biagio, immerso nel Parco del Monte Subasio, in provincia di Perugia. Qui, nei luoghi di S. Francesco, Giovanni Rodolfi  ha  prodotto la prima birra italiana d’ispirazione monastica.

Giovanni Rodolfi, nato a Ghisalba (Bg) 51anni fa, è uno dei protagonisti della rinascita dell’antico monastero San Biagio, oggi resort diffuso, azienda agricola e agrituristica certificata biologica, con una struttura ricettiva completa e raffinata, inserita all’interno di una tenuta di 70 ettari. Nell’antico monastero San Biagio sono state ricreate tutte le condizioni per una vita dominata dal silenzio e dalla pace. Inoltre, i trattamenti del corpo con erbe officinali provenienti da antiche tradizioni e culture monastiche contribuiscono ad un miglioramento immediato del benessere fisico, intellettuale, ma soprattutto interiore.

In questo contesto, nel vecchio rimessaggio agricolo, nasce il Birrificio San Biagio. Una realtà artigianale dove, come un tempo, la manualità dell’uomo è parte vitale del prodotto. La grande passione per la birra porta Rodolfi sin da giovane a frequentare pub e birrerie, spingendolo nel marzo 1991 a lasciare la multinazionale San Pellegrino per entrare a far parte dello staff selezionato da Interbrew Italia per il lancio e la promozione dei suoi innumerevoli brands (tra cui spicca Stella Artois).


I suoi primi incarichi riguardano l’area tecnica impiantistica. Acquisita la parte tecnica inizia a frequentare corsi di spillatura in Italia e all’estero. Nel frattempo, siamo nel 1996, Heineken Italia acquisisce tutto lo staff commerciale di Interbrew Italia promuovendo il progetto dei locali a tema. Quindi inizia a girare in lungo e in largo tutta la penisola svolgendo corsi di spillatura, degustazioni, master di spillatura, convivi dedicati all’abbinamento birra-cibo.


Con Franco Re collabora e diviene poi docente dell’ Università della Birra , scuola di formazione che inizia ad accoglie migliaia di gestori di locali per acquisire il titolo di “Pubblican”. La passione per la birra lo spinge a scrivere articoli e collaborare alla stesura di alcuni libri, uno in particolare con l’amico chef  Federico Coria : “Piccoli piatti, grandi abbinamenti” (Giunti editore).


Nel 2008 in Heineken Rodolfi diventa “beer cultur manager” sino al 2009 quando abbraccia un nuovo ed appassionante progetto di vita: trasferirsi con la famiglia (moglie e un figlio) in Umbria e occuparsi del Birrificio San Biagio.


Inizia così una nuova era. All’interno dell’antico monastero ristrutturato, usando l’acqua particolarmente pura di Nocera Umbra, si dedica anima, mente e corpo alla realizzazione di ricette uniche come la birra Monasta, che vede impiegati miele ed alloro. Oggi la produzione è stimata e premiata a livello internazionale, arrivando nel 2015 a una produzione complessiva, nei vari formati, di 1.600 ettolitri.


Giovanni Rodolfi e le sue birre sono stati al centro di una rimpatriata di successo che è durata tre lunghe serate (ma potevano essere anche di più, per via di tante prenotazioni respinte) alla Trattoria Falconi di Ponteranica, nei pressi di Bergamo, dove cinque birre San Biagio sono state abbinate egregiamente ad altrettanti piatti tipici umbri.


In questo covo di buongustai, con i  fratelli Giorgio e Marco Falconi eccezionali anfitrioni, guidate da un espertissimo Rodolfi, le serate sono iniziate con “ciambella croccante al semi di sesamo farcita e tostata con pomodorini e ragù di cinghiale di Nocera” in abbinamento a birra Gaudens, delicata ma intensa. Quindi “paccheri artigianali trafilati in bronzo al sugo di salsiccia di Gubbio, pecorino a scaglie”, abbinate a birra Verbum, velata ma raffinata, per proseguire con “bocconcini di maialino di Norcia alla birra con polenta e lenticchie di Castelluccio”: birra abbinata la particolarissima Aurum. Non poteva mancare un formaggio pecorino di Montefalco semistagionato messo a riposare per alcuni giorni nella birra Aurum e abbinato all’antica e potente birra Monasta (la prima ideata da Rodolfi con prodotti locali), per finire con “tortino di cioccolato fondente e crema pasticcera”, abbinata in modo singolare ma piacevole alla premiatissima birra Ambar.

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Roberto Vitali
Da bergamo a nocera umbra e ritorno: successo del birrificio san biagio in terra orobica

Roberto Vitali

Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990)  poi trasformato in  “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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