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Santòn di BorgosanDaniele, il primo vermouth agricolo a filiera artigianale

Santòn di BorgosanDaniele, il primo vermouth agricolo a filiera artigianale

Bentornato! Sembrava finito nel dimenticatoio, relegato nelle abitudini di una volta, e invece rieccolo! Per molti suoi estimatori sarà come fare un tuffo nel passato.


 Si chiama Santòn ed è il primo vermouth agricolo a completa filiera artigianale. Nasce in Friuli Venezia Giulia. BorgosanDaniele, azienda di Cormòns, nel cuore del Collio in provincia di Gorizia, fondata nel 1990 dai fratelli Alessandra e Mauro Mauri, ha presentato in anteprima a Venezia nei giorni scorsi Santòn, il primo vermouth bianco che nasce dalle uve e dalle erbe del territorio.

È un grande ritorno quello del vermouth, il vino aromatizzato dalla storia molto antica che, usato come base per molti celebri drink, in questi ultimi anni è ritornato protagonista tra sommelier e barmen, sia degustato in purezza sia in nuove ricette di mixologia. In molti ne avevano nostalgia. 

“L’idea di Santòn – raccontano i fratelli Mauri - parte dalla tradizione e si spinge verso la voglia di sperimentare e di celebrare i prodotti originari del nostro territorio attraverso un grande classico tutto italiano, come il vermouth. Due anni di lavoro, di prove, di assaggi, di modifiche alla ricetta, di sperimentazioni e di nuove scoperte. Tanto ci è voluto per arrivare al Santòn di oggi”.  

La ricetta di Santòn non ha segreti. Il vermouth Santòn nasce dal vino bianco non filtrato a fermentazione naturale di BorgosanDaniele. Sono tre le uve utilizzate: pinot bianco, friulano e malvasia istriana, tutti vitigni autoctoni del territorio, coltivati in regime biologico. La ricetta di Santòn utilizza 30 specie diverse tra erbe officinali e spezie aromatiche. Alla base di tutti i vermouth c’è sempre l’artemisia, pianta amara che cresce in tutte le campagne e nel Santòn ce ne sono ben tre. L’assenzio che rende unico Santòn è l’Artemisia caerulescens (assenzio marino), che cresce nella laguna e nel dialetto locale si chiama Santonego – o Santonico – da cui il vermouth prende il nome. Questa varietà di assenzio ha una forte sapidità che si sposa perfettamente con la salinità della malvasia istriana (meno aromatica rispetto al resto delle altre Malvasie), rendendo il gusto di Santòn diverso da tutti gli altri. Il vino bianco subisce una fase di lenta ossigenazione per fissare l’aromaticità del “bouquet” di erbe e spezie per due anni per un lungo periodo. Segue l’affinamento con il ritmo delle stagioni mentre le piante sono in macerazione.

 Storia del vermouth: vale la pena di ricordarla. La parola vermouth deriva dal tedesco “wermut”, termine usato per indicare l’arthemisia absinthum, una delle erbe qui utilizzate. La sua origine pare sia antichissima, presente già in racconti palestinesi dove si parla di un vino aromatizzato con assenzio. Secondo alcuni fu inventato da Ippocrate che aromatizzava il vino con erbe, spezie e miele. Santòn segue un’antica ricetta mitteleuropea, dove la tradizione di usare le erbe officinali in infusione serviva come bevanda tonificante e per il benessere.
 BorgosanDaniele: da oltre 25 anni vino secondo natura. Nata nel 1990, dal primo giorno BorgosanDaniele ha scelto di fare vino in modo diverso, senza interventi chimici invasivi in vigna, attraverso l’inerbimento dei terreni, con potature verdi e diradamenti, lunghe fermentazioni sui lieviti e imbottigliamenti senza filtrazioni. Ecco perché le etichette di BorgosanDaniele sono poche, perché l’azienda produce solo vitigni autoctoni scegliendo quelli più vocati, seguendo i ritmi e l’equilibrio della terra, sfruttando orientamento e altitudine dei propri terreni. BorgosanDaniele ha solo vigneti di proprietà: oltre 18 ettari lungo il confine con la Slovenja dove le DOC Collio e Isonzo si incontrano.

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RENATO MALAMAN
Santòn di borgosandaniele, il primo vermouth agricolo a filiera artigianale

RENATO MALAMAN

RENATO MALAMAN

Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo.
Coautore di  numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto" e attualmente dirige la collana "Italia nel piatto" dell'editore Il Poligrafo.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto. Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 111 paesi del mondo. Fa parte del Gist, associazione della stampa turistica di cui ha ricoperto la carica di delegato regionale e consigliere nazionale. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau.

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