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Birra, terra, energia, idee. Il Baladin a Piozzo

Birra, terra, energia, idee. Il Baladin a Piozzo

A Piozzo, piccolo paese in provincia di Cuneo, si trova una delle grandi eccellenze del panorama birraio italiano: il Baladin, birrificio nato nel 1986 da un’intuizione – o forse una pazzia – di Teo Musso, che da allora non ha mai smesso di sperimentare nuove ricette e sapori per sdoganare una bevanda, la birra, che da quelle parti non ha mai avuto vita semplice, con i grandi vini delle Langhe che vengono prodotti a pochi chilometri da Piozzo.

Una sfida impegnativa, quella con la produzione vinicola, che però Teo è stato anche capace di trasformare in un felicissimo matrimonio: grazie alla collaborazione con alcuni importanti produttori di vino italiani, infatti, sono nati progetti interessanti come quelli di “Terre” e “Lune”, due birre dedicate rispettivamente ai grandi vini rossi e bianchi che, proprio come i vini, riposano in botte. Tutto ciò avviene nella cantina del Baladin, che altro non è che la vecchia stalla dei genitori di Teo. La stessa cantina dove riposa la “Xyauyù”, definita “birra da divano” (una barley wine), che invecchia all’interno di botti che hanno ospitato del grandissimo rum di Trinidad and Tobago.

La porta di ingresso alla cantina è la stessa porta della vecchia cantina della famiglia Musso: tutta l’esperienza del Baladin, infatti, è intrecciata a doppio filo con la storia personale del suo fondatore. Dai nomi delle birre (“Nora”, come la compagna di Teo, “Wayan” e “Isaac”, come i suoi figli), ai grandi esperimenti di gusto, al nome stesso del birrificio: “Baladin”, infatti, significa “saltimbanco”, “cantastorie”, e si rifà al Cirque Bidon, un circo itinerante che affascinò Teo al tempo di un passaggio a Piozzo e che gli trasmise il gusto per l’ambiente circense, ampiamente rievocato nel locale a marchio Baladin che sorge nella piazza principale del paese.

Da questo locale parte, ogni domenica mattina, un tour gratuito che porta i fortunati visitatori a ripercorrere la storia del Baladin, dalla sua nascita ai progetti futuri. Questa piacevolissima lezione di storia tocca anche la cantina, a poche centinaia di metri dalla piazza, e il nuovo birrificio, situato lungo la strada principale, a ridosso del fiume Tanaro, a pochi minuti d’auto da Piozzo. Qui è possibile toccare con mano tutti i passaggi della produzione e lasciarsi affascinare dai numerosi aneddoti che lo stesso Teo, o in sua assenza il mastro birraio Paolo, snocciolano con la disinvoltura di chi racconta una bella favola. E, in effetti, gli appassionati che si riuniscono a Piozzo per visitare il birrificio non sono troppo diversi dai bambini che ascoltano una bella storia con occhi pieni di ammirazione, immaginando mondi fantastici. L’unica differenza è che qui non si parla di fate e cavalieri, ma di birra, terra, energia e idee, le quattro parole chiave che campeggiano sulla facciata dello stabilimento.

Birra, perché non si parla d’altro che della classica unione di acqua, luppoli, malto d’orzo e zucchero, seppur declinata in innumerevoli varianti una più fantasiosa dell’altra. Terra, perché il legame con la terra è fondamentale, anche se questa connessione a volte è molto meno scontata rispetto a quanto avviene con la produzione del vino. E dalla terra parte anche il Baladin, che vanta diverse produzioni agricole (in particolare una piantagione di luppoli) e ricerca continuamente il contatto con la realtà gastronomica del territorio, ad esempio con la “Zucca”, birra che rende omaggio al prodotto tipico di Piozzo. Energia, perché al Baladin non si sprecano risorse e tutto l’impianto di produzione punta all’efficienza energetica e all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Idee, infine, perché le fantasia e la creatività, oltre alla competenza e alla conoscenza delle materie prime, sono gli elementi chiave che trasformano ogni ricetta in un’esperienza unica.

Dal 1986 di strada ne è stata percorsa molta. Con tante difficoltà – prima fra tutte quella di vincere la tradizione italiana, molto enologica e poco brassicola – ma anche importanti soddisfazioni, come i 7 premi vinti in ben 6 categorie diverse al concorso Birra dell’anno 2015 indetto dall’associazione UnionBirrai. Ma soprattutto, la consapevolezza di essere un punto di riferimento in Italia per quanto riguarda la birra artigianale, una realtà sempre più in crescita e in grado di appassionare giovani e meno giovani. Un mondo ormai lontano dal vecchio stereotipo birra=pizza e in grado di creare importanti sinergie anche con le eccellenze gastronomiche del nostro Paese.

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Luca Porcella
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Luca Porcella

Luca Porcella

Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.

La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.

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