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Una sfida impegnativa, quella con la produzione vinicola, che
però Teo è stato anche capace di trasformare in un felicissimo matrimonio:
grazie alla collaborazione con alcuni importanti produttori di vino italiani,
infatti, sono nati progetti interessanti come quelli di “Terre” e “Lune”, due
birre dedicate rispettivamente ai grandi vini rossi e bianchi che, proprio come
i vini, riposano in botte. Tutto ciò avviene nella cantina del Baladin, che
altro non è che la vecchia stalla dei genitori di Teo. La stessa cantina dove
riposa la “Xyauyù”, definita “birra da divano” (una barley wine), che invecchia
all’interno di botti che hanno ospitato del grandissimo rum di Trinidad and
Tobago.
La porta di ingresso alla cantina è la stessa porta della
vecchia cantina della famiglia Musso: tutta l’esperienza del Baladin, infatti,
è intrecciata a doppio filo con la storia personale del suo fondatore. Dai nomi
delle birre (“Nora”, come la compagna di Teo, “Wayan” e “Isaac”, come i suoi
figli), ai grandi esperimenti di gusto, al nome stesso del birrificio:
“Baladin”, infatti, significa “saltimbanco”, “cantastorie”, e si rifà al Cirque
Bidon, un circo itinerante che affascinò Teo al tempo di un passaggio a Piozzo
e che gli trasmise il gusto per l’ambiente circense, ampiamente rievocato nel
locale a marchio Baladin che sorge nella piazza principale del paese.
Da questo locale parte, ogni domenica mattina, un tour gratuito
che porta i fortunati visitatori a ripercorrere la storia del Baladin, dalla
sua nascita ai progetti futuri. Questa piacevolissima lezione di storia tocca
anche la cantina, a poche centinaia di metri dalla piazza, e il nuovo
birrificio, situato lungo la strada principale, a ridosso del fiume Tanaro, a
pochi minuti d’auto da Piozzo. Qui è possibile toccare con mano tutti i
passaggi della produzione e lasciarsi affascinare dai numerosi aneddoti che lo
stesso Teo, o in sua assenza il mastro birraio Paolo, snocciolano con la
disinvoltura di chi racconta una bella favola. E, in effetti, gli appassionati
che si riuniscono a Piozzo per visitare il birrificio non sono troppo diversi
dai bambini che ascoltano una bella storia con occhi pieni di ammirazione,
immaginando mondi fantastici. L’unica differenza è che qui non si parla di fate
e cavalieri, ma di birra, terra, energia e idee, le quattro parole chiave che
campeggiano sulla facciata dello stabilimento.
Birra, perché
non si parla d’altro che della classica unione di acqua, luppoli, malto d’orzo
e zucchero, seppur declinata in innumerevoli varianti una più fantasiosa
dell’altra. Terra,
perché il legame con la terra è fondamentale, anche se questa connessione a
volte è molto meno scontata rispetto a quanto avviene con la produzione del
vino. E dalla terra parte anche il Baladin, che vanta diverse produzioni
agricole (in particolare una piantagione di luppoli) e ricerca continuamente il
contatto con la realtà gastronomica del territorio, ad esempio con la “Zucca”,
birra che rende omaggio al prodotto tipico di Piozzo. Energia, perché al Baladin non
si sprecano risorse e tutto l’impianto di produzione punta all’efficienza
energetica e all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Idee, infine, perché le fantasia
e la creatività, oltre alla competenza e alla conoscenza delle materie prime,
sono gli elementi chiave che trasformano ogni ricetta in un’esperienza unica.
Dal 1986 di strada ne è stata percorsa molta. Con tante
difficoltà – prima fra tutte quella di vincere la tradizione italiana, molto
enologica e poco brassicola – ma anche importanti soddisfazioni, come i 7 premi
vinti in ben 6 categorie diverse al concorso Birra dell’anno 2015 indetto
dall’associazione UnionBirrai. Ma soprattutto, la consapevolezza di essere un
punto di riferimento in Italia per quanto riguarda la birra artigianale, una
realtà sempre più in crescita e in grado di appassionare giovani e meno
giovani. Un mondo ormai lontano dal vecchio stereotipo birra=pizza e in grado
di creare importanti sinergie anche con le eccellenze gastronomiche del nostro
Paese.
Luca Porcella, nato a La Spezia nel 1989, vive in provincia di Roma da quando aveva un anno. Diplomato al Liceo Classico, si è laureato in International Relations e dal 2013 ha iniziato a lavorare come consulente per il settore pubblico per clienti italiani e internazionali. Da ottobre 2016 vive a Bruxelles, dove ora lavora per la Commissione e assaggia birre di ogni tipo. Appassionato di gastronomia, segue con interesse il mondo del food e ama girare in moto tra le sagre di paese. Disegna, suona, scrive, e si diverte a cucinare, per la felicità di amici e parenti che non esitano ad affidargli le “chiavi” dei fornelli.
La sua specialità è, senza dubbio, l’aglio olio e peperoncino di mezzanotte.