Goloso e Curioso
La raccolta delle olive nel'Isola delle Rose a Venezia

La raccolta delle olive nel'Isola delle Rose a Venezia

L'isola, chiamata romanticamente "Delle Rose" è una fra le ultime del piccolo arcipelago di isolotti prospiciente Venezia. A fianco, c'è anche l'isola di San Clemente dove sorge un altro albergo di lusso. All'arrivo si è subito accolti da un'atmosfera irreale: sembra di essere in uno di quei vecchi film anni '50 dove il protagonista si trovava catapultato in un universo parallelo grazie a qualche forza misteriosa (avete presente Brigadoon?).
L'interno dell'hotel, tutto magnificamente ristrutturato da Matteo Thun porta un'impronta moderna ma con citazioni rétro: gli anni '30 e '40 sono molto leggibili nelle sedute essenziali dei divani e delle poltrone,mentre i colori tarati sui beige e le tonalità del verde e del blu riecheggiano quelli della laguna veneziana.
Ma ecco l'uliveto, inondato di sole. Ci saranno almeno un centinaio di olivi, carichi di frutti, neri e lucidi, maturi al punto giusto, che occhieggiano fra il folto fogliame. Si parla di una probabile raccolta di 20 quintali. E' la prima volta che succede dopo almeno quarant'anni. Le ultime raccolte risalgono agli anni '70 quando lo stabile era ancora adibito a servizio pubblico.
La struttura è nata come sanatorio negli anni '20. Un mosaico sul gradino di un edificio ne suggella la fondazione: MCMXXIII. L'edificio, in puro stile littorio, occupa la parte principale dell'area, mantenendo intatto lo stile dell'epoca, fatto di mattoni rossi a vista nella parte centrale un tempo adibita a luogo di terapia e cura. Le ali laterali da dormitori, sono diventate camere extra lusso, accoglienti e luminose. Fra gli olivi della tenuta, si delinea anche il profilo di una chiesa, ora sconsacrata ed adibita ad accogliere eventi. La sua presenza qui nasce dal fatto che a quei tempi si progettò la struttura sanitaria come una cellula autonoma: a fianco si staglia anche la sagoma del centro di dopolavoro per il personale impiegato ora diventato un ristorante di livello, supervisionato dallo chef Giancarlo Perbellini e subito dietro la zona dedicata all'orto. La raccolta delle olive è davvero copiosa. Fra i cultivar leccino e frantoio, per una produzione olearia ricca e gustosa. E’' in programma a breve anche una sorta di censimento delle piante, molte delle quali centenarie, per dare maggiore impulso e vigore ad una coltivazione di tutto rispetto.
L'isola, che nel suo nome originario si chiamava Sacca Sessola, grazie alla sua forma un po' tondeggiante ma sfilata, proprio come una sessola per la farina, è percorribile in ogni sua parte e presenta diversi approdi, fra i quali anche uno alla spa, ricavata in un corpo adiacente, un ex-magazzino, ora trasformato in luogo di bellezza e relax. La piscina riscaldata a getti Jacuzzi consente di ammirare la riva di San Marco stando comodamente immersi nell'acqua.
Ancora una piscina, dalla vista mozzafiato, all'ultimo piano del Marriott, chiamata anche "Infinity pool" dove la vasca con l'acqua a pelo, si confonde con la laguna immediatamente sottostante, mentre lo sguardo si perde nell'orizzonte di Venezia. Sullo stesso piano, l'altro ristorante dell'hotel, il Sagra, che offre agli ospiti - anche i non villeggianti - menu ricchi di tipicità, affiancandoli anche a spazi di scuola di cucina guidati da Mauro Taufer. 


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Denise Battistin
La raccolta delle olive nel'isola delle rose a venezia

Denise Battistin

Denise Battistin

Sono una giornalista pubblicista e da anni mi occupo di comunicazione (al mio attivo ho anche un attestato di Tecnico Pubblicitario e l'appartenenza a Ferpi Federazione Italiana Relazioni Esterne come socio professionista). Fra gli argomenti che fanno parte della mia esperienza spiccano quelli legati al lifestyle, in particolare l'enogastronomia e la gioielleria. 

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