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Breve ma gustosissimo tour enogastronomico di due giorni in Emilia Romagna e Marche seguendo i consigli dell’associazione Ristoranti Regionali – Cucina DOC, associazione che si propone di esaltare il piacere del mangiare all'italiana valorizzando le cucine regionali. Il tour inizia con un singolare "antipasto": la visita alla singolare mostra “Dalla cucina alla tavola. Frammenti del quotidiano” presso il Museo di Rimini, a cura della Sopraintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna. mostra che rimarrà aperta fino al 1° novembre e che guida gli ospiti alla scoperta della cultura del cibo dall’età villanoviana all’epoca romana www.museicomunalirimini.it
Al termine della visita si raggiunga il ristorante La Posada noto locale, punto di riferimento della ristorazione romagnola, affacciato direttamente sul litorale adriatico. Benché possa ospitare fino a trecento coperti, appare subito accogliente : l’ingresso con il tetto di tegole in cotto, poi le sale con tanto legno, le tovaglie con pregiate stampe romagnole fanno da cornice alla calda, familiare ospitalità . Per la clientela del luogo è il ristorante dove ritrovarsi in ogni stagione, per i turisti italiani e stranieri è il locale dove assaporare il gusto della riviera romagnola, essenziale componente della vacanza. La Posada festeggia quest’anno i 35 anni di attività e per l’occasione la segreteria di Ristoranti Regionali – Cucina DOC consegnerà una targa di merito
Severina, con il fratello Arnaud, è responsabile dell’impegnativo ristorante che dal 1981 appartiene alla famiglia Bucci . Guida con il classico “polso di ferro in guanto di velluto”, ereditato dalla mamma Christiane che le ha passato il testimone, i 20 dipendenti. Due brigate di cucina lavorano in turni successivi, salvo collaborare in momenti di punta; due pizzaioli sfornano fragranti pizze da due forni a legna. Gli executive chef Tota Giancaspro e Luca Borelli a capo delle rispettive brigate propongono cucina di mare che valorizza i pesci dell’Adriatico, le ricette sono quelle della tradizione con qualche divagazione creativa. Le pasta è rigorosamente fatta a mano da personale esperto.
Il secondo giorno lo dedichiamo a un vero gioiello turistico: la Rocca di Gradara che, con il suo borgo fortificato, costituisce una delle strutture medioevali meglio conservate d’Italia. Il mastio è stato costruito nel 1150, l’attuale aspetto è opera della famiglia Malatesta che dal XIII secolo fino al 1463 dominò la fortezza che , per la sua posizione strategica, è stata nei secoli teatro degli scontri delle più potenti famiglie dell’epoca : i Borgia, i Della Rovere, i Medici . Ma sono i versi di Dante, che narra la tragica fine dell’amore di Paolo e Francesca tra queste mura, a celebrare eternamente il luogo .
Si deve l’attuale, ottimo stato della rocca all’ingegnere Umberto Zanvettori che, attorno al 1920, compie un’importante opera di restauro, investendo tutte le sue risorse per riportare la fortezza alla sua antica bellezza. Circa 500.000 visitatori l’anno raggiungono Gradara , per ammirare il castello, i suoi arredi e le importanti opere artistiche che lo completano. La locale Pro Loco www.gradara.org promuove numerose iniziative , alcune delle quali tese a valorizzare la gustosa cucina marchigiana.
Eccellente testimone della buona tavola di Gradara è il ristorante Al Soldato di Ventura (nella foto), piccolo ed accogliente è attiguo alla “Porta Nova” una delle porte di accesso al borgo da dove si gode una splendida vista che spazia fino al litorale romagnolo. Può accogliere 50 ospiti in sala ed altrettanti nel giardino estivo; propone piatti della tradizione, sia di terra sia di mare, e coniuga i sapori della cucina romagnola a quelli della cucina marchigiana.. Claudio e Silvana Bertolino con i figli Claudia e Andrea, da ventuno anni gestiscono con capacità e passione il locale, e da altrettanti fanno parte dell’associazione Ristoranti Regionali – Cucina DOC.
Giornalista professionista collaboro con diverse riviste di enogastronomia. Curioso per nascita sono diventato goloso per professione (e piacere). Arrivato a 115,5 kg. e con la glicemia sempre più prepotente, ho deciso di arrivare al mio secondo peso forma: 97 kg (il primo, irrangiungibile, era 85). Sono sulla buona strada: 106,4 senza tremendi sacrifici ma camminando un'ora al giorno e pedalando per un'altra. Ho scritto senza infamia e senza lode qualche libro di vino, di viaggi e di storia. Non ve ne dico i titoli tanto so che non vi interessano. Scrivo, per prendere in giro me stesso e gli amici, necrologi e parodie poetiche.