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DOLCI DI CASTAGNE, VINCE LA TOSCANA

DOLCI DI CASTAGNE, VINCE LA TOSCANA

Si sono sfidati in 63, da 4 regioni d’Italia, in una gara all’ultimo mestolo fra chef professionisti e appassionati di cucina. I risultati del 9° Concorso Nazionale dei Dolci a base di Castagna, tenutosi a San  Zeno di Montagna, hanno incoronato di un soffio la Toscana (che ha conquistato 5 premi su 12) seguita dal Veneto (4 su 12), dal Trentino (2 su  12) e dall’Emilia Romagna (1 su 12). “Ma tutti i partecipanti hanno vinto – afferma Simone Campagnari, presidente del Consorzio di Tutela del Marrone di San Zeno DOP. "Abbiamo vinto anche noi che siamo riusciti nell’intento di puntare i riflettori su un frutto nobile, naturale al 100%,, sfidando i parassiti e le condizioni climatiche che quest’anno hanno funestato la produzione”.  È rimasto “in casa” il primo premio per la categoria “Professionisti – Dolci al cucchiaio” andato all’agriturismo “La Part” di San Zeno di Montagna per la sua marronata, mente la categoria “Professionisti – Dolci lievitati” ha visto invece affermarsi la pasticceria Fratelli Lucchesi di Lucca con un panettone ai marroni che ha piacevolmente impressionato la giuria, composta da giornalisti (Ada Parisi, responsabile del settore cronaca e interni di una agenzia di stampa nazionale e foodblogger www.sicilianicreativiincucina.it, Gian Luca Atzeni, del Gambero Rosso e Emanuele Zanini  dell’Arena) ed esperti del settore castanicolo (il socio onorario del Consorzio Tutela di San Zeno, Cipriano Castellani e Stefano Viesi dell’Associazione Nazionale Città del Castagno) e presieduta da Ivo Poli, Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Castagno.  Fra i non professionisti, il primo premio per i “Dolci al cucchiaio” è andato alla signora Bruna Boninsegna di Castione di Brentonico per una versione fatta in casa della marronata, mentre per la categoria “Dolci lievitati” alla signora Maria Concetta Dini di Lucca per la sua Mantovana con farina di castagna.

Il Concorso di sabato è stato la conclusione di un mese di festeggiamenti dedicati al marrone a San Zeno: è quindi tempo di bilanci. La produzione complessiva, interamente venduta durante i 3 fine settimana della festa, è stata di poco superiore ai 50 quintali, un terzo rispetto allo  scorso anno. “Il concorso è stato ideato proprio con lo scopo di valorizzare il Marrone, la Castagna e i loro derivati, attraverso lo stimolo alla presentazione di antiche o nuove ricette per mantenere vivo l’interesse su una produzione autunnale che  necessita di nuovi e rinnovati spazi e attenzioni in altri periodi dell’anno – aggiunge Campagnari -. Uno speciale ringraziamento va all’Amministrazione comunale, che ha fortemente sostenuto il Consorzio in tutte le iniziative, all’Associazione nazionale Città del castagno che ci ha onorati della scelta del nostro Comune come sede per la 9° edizione del Concorso e soprattutto a tutti i partecipanti che ci aiutano con il loro impegno a mantenere viva una straordinaria ricchezza culinaria italiana che merita di venir tramandata. A questo proposito il nostro Consorzio sta lavorando ad un ricettario che verrà presto pubblicato, con le principali ricette della nostra  tradizione, per un pranzo a base di Marroni dall’antipasto al dolce”.

Il Marrone di San Zeno D.O.P. va conservato in luoghi freschi e asciutti e viene consumato generalmente arrostito (brustolé), lessato in acqua o come ingrediente di diverse ricette (il castagnaccio, la confettura, il tronchetto). I marroni di San Zeno si accompagnano spesso ad un buon bicchiere di vino locale, come il Bardolino magari in versione Novello, o Recioto. Infine la tradizione gastronomica baldense le utilizza anche in alcune ricette tradizionali, tra cui la più caratteristica è senza dubbio il minestrone di marroni, rustica e saporita variante montanara della classica zuppa di fagioli veneta. Viene utilizzato anche nella preparazione della birra, che è reperibile sul mercato come Birra di Marrone di San Zeno DOP.

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Angeledo
Dolci di castagne, vince la toscana

Angeledo

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Giornalista professionista collaboro con diverse riviste di enogastronomia. Curioso per nascita sono diventato goloso per professione (e piacere). Arrivato a 115,5 kg. e con la glicemia sempre più prepotente, ho deciso di arrivare al mio secondo peso forma: 97 kg (il primo, irrangiungibile, era 85). Sono sulla buona strada: 106,4 senza tremendi sacrifici ma camminando un'ora al giorno e pedalando per un'altra. Ho scritto senza infamia e senza lode qualche libro di vino, di viaggi e di storia. Non ve ne dico i titoli tanto so che non vi interessano. Scrivo, per prendere in giro me stesso e gli amici, necrologi e parodie poetiche.

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